Monday, August 25, 2014

Intervista con l'autore: Giovanni Avogadri. Gratitudine e Militanza


Perche` questo titolo? Perche` Gratitudine e perche` militanza.

- "Gratitudine e militanza" dice l'attitudine a scegliere percorsi alternativi alla stanca ripetizione di tecnicismi centrati su una malintesa idea di letteratura tutta autocentrata, talora nell'adorazione "del testo in sè", talaltra nei riti della letteratura per la letteratura. Gratitudine e militanza dice la democratica appartenenza dello scrivere alle altre attività umane senza paludamenti nè mantelline accademiche. Si scrive anche perchè si è grati ad una tradizione e non solo la si cita ma la si tradisce perchè la si ama. Militanza perchè questa pratica della letteratura richiede un impegno al confronto su tutto l'orizzonte della vita, dei valori, dei beni comuni. Prima vivere poi filosofare (e scrivere).

Tu proponi una figura del poeta come impegnato, calato nella societa`, consapevole e soprattutto libero.Quanto c'e` bisogno di poeti oggi?

- Oggi non c'è più bisogno di poeti. Lo hanno dcetto tutti a partire da Montale e da Pasolini negli anni '60. La loro analisi storica dell'avvento della tecnica e la fine della pietas cristiano - umanistica è per me definitiva. Ma, appunto, 40 anni dopo le loro analisi ora c'è dell'altro. Si riconosce ormai da più parti, non solo da parte dell'"eterna sinistra", che occorre ritrovare la dimensione culturale, solo che la cultura - almeno in Italia - non ci viene più dai luoghi da cui eravamo abituati ad aspettarla, università, accademie e simili. La cultura non viene più dall'alto, dall'alto venegono le elitè politico finanziarie, che non investono più in niente che non sia immediatamente commerciabile. Per dirla con gli zapatisti: la cultura oggi viene "dal basso" e basta.

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